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Mindfulness

Il termine Mindfulness indica uno stato della mente di piena ricettività ed attenzione rispetto a quello che stiamo vivendo in un dato momento.

Letteralmente significa pienezza della mente, ma può essere tradotta anche come pienezza della consapevolezza o consapevolezza globale.

E’ una condizione in cui siamo completamente presenti a quello che stiamo vivendo.

Jon Kabat-Kinn, il medico statunitense che ha portato la mindfulness in occidente e ha applicato i suoi benefici alle persone affette da malattie croniche, la ha definita come: la capacità di porre l’attenzione, al momento presente, intenzionalmente e in modo non giudicante.

Essere Mindfull

Nel mondo occidentale, dove vi è il primato della mente razionale su sensazioni ed emozioni, comprendere cosa sia la consapevolezza globale può non essere immediato e intuitivo. Proverò a chiarirlo.

Mentre viviamo una qualsiasi esperienza, la nostra mente, pensa, valuta, ragiona, ci parla producendo un continuo chiacchiericcio.

Nel tentativo di voler spiegare ciò che ci accade, non viviamo ciò che sta accadendo

Piuttosto che vivere la realtà ne stiamo facendo una costruzione mentale. Questa rappresentazione della realtà coinvolge il nostro passato (con paure, ricordi, giudizi), e il futuro (con aspettative, previsioni, valutazioni). Così facendo perdiamo il momento presente.

Entrare in uno stato mindfull, ci dà la possibilità di distaccarci da questo continuo lavoro mentale e concentrarci sulla realtà come essa è. Così da non essere più preda delle nostre emozioni (paure, ansia, insicurezza, etc), né dei nostri pensieri (fantasie negative, giudizi, distrazioni, etc).

Avere la consapevolezza globale di Sé, ci fa essere più lucidi, presenti, sereni.

Non è facile essere sempre in uno stato mindfull, anche se è una nostra capacità innata. La possediamo fin da bambini, la perdiamo man mano che sviluppiamo la tendenza a giudicare. Giudicare i nostri sentimenti, giudicare quello che pensiamo, e il modo in cui ci comportiamo.

E’ necessario invece mettersi nell’ottica di un osservatore

Mindfulness formale e informale

La Mindfulness non una è competenza acquisita, ma è una nostra qualità intrinseca che possiamo recuperare. Praticare la meditazione mindfulness ci permette di raggiungere e mantenere tale stato di pienezza della consapevolezza.

Negli anni sono stati sviluppati numerosi protocolli di mindfulness, per aiutare le persone a sperimentare la presenza non giudicante.

Quando si usa il termine mindfulness ci si riferisce sia all’atteggiamento di essere presenti a sé stessi momento per momento (mindfulness informale), sia all’insieme di tecniche, esercizi e interventi basati sulla mindfulness (mindfulness formale).

Tutte gli interventi basati sulla mindfulness, anche il protocollo Mindfulness Psicosomatica da me utilizzato, hanno come punti centrali la respirazione consapevole e l’esplorazione del corpo (body scan).

Il termine Mindfulness, si pensa derivi dal sanscrito e viene tradotto come consapevolezza, o presenza.

Vipassana

Colui che ha portato la mindfulness all’attenzione degli occidentali è stato il maestro zen vietnamita Thich Nhat Hanh. Nonostante provenga dalla tradizione buddista, essa è insegnata senza darle alcuna connotazione di tipo religioso o filosofico.

La pratica della mindfulness è stata portata nei contesti di cura alla fine degli anni 70, dal medico americano Jon Kabat-Zinn. Durante un ritiro di Vipassana (meditazione della consapevolezza del respiro) condotto da Thich Nhat Hanh negli Stati Uniti, Kabat-Zinn considerò la possibilità che la mindfulness potesse essere efficace nel trattamento delle malattie croniche.

MBSR

Nel 1979 strutturò un programma di terapia per curare i malati cronici basato sulla consapevolezza, il Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR). Esso aveva la durata di otto settimane e l’obiettivo di attenuare lo stress, l’ansia, la depressione e il dolore, in persone affette da malattie croniche.

La MBSR si è diffusa sempre più negli anni seguenti. Ha sollecitato l’applicazione di pratiche di consapevolezza per il trattamento di una gran varietà di condizioni di disagio in soggetti sani e malati.

Il protocollo è stato validato su ampi campioni di popolazione e applicato in contesti sempre più ampi. Quello clinico e terapeutico, nella scuola e nel sistema educativo, nei contesti di lavoro e nel mondo aziendale, in ambito sportivo.

Nel corso degli anni la mindfulness ha destato l’interesse di neuroscienziati, medici, di psicologi e biologi. Il numero dei protocolli è cresciuto e quindi oggi in generale si parla di MBIs – Mindfulness-based-interventions.

Molti psicoterapeuti hanno adattato le tecniche di consapevolezza integrandole con le terapie cognitivo-comportamentali (per es. la MBCT – Mindfulness Based Cognitive Therapy).

Ma anche con altri approcci psicoterapici, come quelli ad integrazione corporea e psicosomatica (per es. il PMP – protocollo Mindfulness Psicosomatica, da me utilizzato).

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Effetti positivi della Mindfulness

La pratica della Mindfulness, risvegliando la coscienza di Sé, dà il senso profondo della propria individualità. Le persone che la praticano hanno una percezione generale di benessere ed effetti positivi su:

  • emozioni,
  • pensieri,
  • sensazioni fisiche,
  • impulsi ad agire.

In particolare, i risultati delle numerose ricerche scientifiche fatti per verificarne la sua efficacia, hanno evidenziato nelle persone che praticano la mindfulness:

  • migliore regolazione delle emozioni
  • riduzione di stress, ansia e depressione
  • maggiore capacità di attenzione, che diventa meno focalizzata e rigida
  • diminuzione di aggressività, iperattività, impulsività
  • migliore intelligenza emotiva

Lo stato di presenza mentale e non giudizio, può aiutare le persone a riconoscere schemi mentali, abituali e inconsapevoli. Riuscendo a distaccarsi da questi, è possibile trovare modi nuovi e creativi per affrontare le sfide della vita.

la mia Esperienza

Negli anni 2017 – 2018 ho partecipato ai corsi del Progetto Gaia Network e ho appreso il protocollo Mindfulness Psicosomatica. La mia lunga esperienza nell’utilizzato di tecniche basate sull’ascolto del respiro, mi ha permesso di arrivare subito al cuore della mindfulness e padroneggiare con le tecniche.

Sono uno psicoterapeuta specializzato il psicoterapia funzionale, un approccio integrato che implicitamente veicola già i principi promossi dalla mindfulness. Soprattutto interviene sui processi che questa sollecita: la focalizzazione sul momento presente, l’importanza fondamentale dell’ascolto del respiro e delle sensazioni corporee, l’armonizzazione tra i funzionamenti fisiologici e quelli psicologici.

A questo va aggiunto che dal 1997 pratico tecniche di meditazione. Sebbene mi approccio alla meditazione con uno spirito laico e un occhio clinico, mi sono incuriosito e appassionato. Ho sperimentato su di me gli indubbi benefici, ma ho anche compreso su quali processi psico-fisiologici la meditazione interviene.

Conoscere la mindfulness, è stata per me solo una conferma di quello che già sapevo, grazie alle evidenze delle neuroscienze, della psicosomatica e sopratutto, grazie alla mia formazione in Psicoterapia Funzionale.

La consapevolezza del momento presente, l’importanza della respirazione diaframmatica, l’ascolto del corpo e delle sue sensazioni, sono alla base del mio quotidiano lavoro con i pazienti.

La mindfulness ha sicuramente destato la mia attenzione perché se ne parla tanto. Tuttavia oggi sta diventando una moda. Diffidate quindi da quelli che si professano maestri dopo aver fatto un corsetto on line, hanno poca esperienza e soprattutto non praticano la mindfulness su si sé. La consapevolezza di sé che viene stimolata, può far emergere vissuti che richiedono la presenza e la guida di un professionista esperto. Soprattutto nel caso in cui ci sia bisogno di dare senso ed accoglimento alle emozioni e alle sensazioni che si manifestano.

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Concludo l’articolo presentando una sintesi delle ricerche fatte negli ultimi anni, a sostegno dell’efficacia di questa pratica.

La validità della mindfulness è sostenuta da numerosi studi, pubblicati negli ultimi 30 anni su riviste scientifiche (di neuroscienze, di biologia e psicologia) e divulgative.

I principali effetti sono:

Riduzione del dolore in malati cronici

Notevoli risultati nella cura dei disturbi psicologici come disturbi da attacchi di panico, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post traumatico da stress e disturbi dell’umore.

In particolare gli interventi di mindfulness si sono dimostrati efficaci

  • nel ridurre la depressione e le sue ricadute;

  • nella ridurre l’ansia, la tensione muscolare, l’ insonnia, l’iper-eccitazione;

  • nel migliorare la gestione dello stress.

Le tecniche di consapevolezza hanno la capacità di ridurre i pensieri pensieri distraenti e la rimuginazione.

Efficacia anche nei disturbi del comportamento alimentare (negli anni è stato sviluppato un protocollo specifico: Mindful Eating).

Effetti fisiologici

Nello stress si è dimostrata l’efficacia della meditazione nella riduzione del cortisolo (l’ormone dello stress e dell’ansia) e del testosterone (coinvolto nell’aggressività).

La pratica di consapevolezza migliora il sistema immunitario.

Va a modificare i pattern cerebrali della corteccia prefrontale, con una conseguente migliore regolazione emotiva.

In alcuni studi è emerso comunque, che gli effetti di queste meditazioni possono diventano meno significativi una volta che cessa la pratica.

Fonte: Istituto di Psicosomatica PNEI – Associazione Villaggio Globale

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